
Nel lavoro quotidiano dei disinfestatori, non è raro imbattersi in situazioni in cui l’infestazione non esiste… o meglio, esiste solo nella percezione del cliente. Questi casi, noti come psicosi da insetti, rappresentano una sfida delicata ma importante da riconoscere e gestire con competenza e tatto.
Che cos’è la psicosi da insetti
La psicosi da insetti, o “Delusional Parasitosis”, è un disturbo in cui una persona è convinta di essere infestata da insetti, acari o altri parassiti, nonostante l’assenza di evidenze biologiche. Spesso queste persone descrivono sensazioni fisiche di prurito, punture o movimento sotto pelle, che attribuiscono alla presenza di insetti invisibili o impossibili da identificare.
Sintomi tipici nei clienti
Un disinfestatore può trovarsi di fronte a clienti che:
- Raccontano di aver visto insetti “che scompaiono” rapidamente
- Mostrano segni cutanei (spesso autoinflitti) come prova
- Forniscono barattoli o buste con presunti esemplari, che si rivelano polvere, fibre o residui non biologici
- Insistono per trattamenti ripetuti, anche dopo controlli negativi
In alcuni casi, il cliente coinvolge altri membri della famiglia, che finiscono per condividere le stesse convinzioni.
Impatto psicologico e sociale
Questa condizione può avere conseguenze importanti sul benessere della persona. Chi ne soffre spesso vive in uno stato di costante ansia, effettua pulizie compulsive, cambia materassi, tende, mobili, e può arrivare a isolarsi socialmente. In casi estremi, si assiste a vere e proprie forme di autolesionismo nel tentativo di “eliminare” i parassiti. Queste persone soffrono veramente.
Il ruolo del disinfestatore
Il professionista della disinfestazione gioca un ruolo chiave, ma delicato. Ecco alcuni suggerimenti per gestire il rapporto con un cliente affetto da psicosi da insetti:
- Ascolto attivo e rispetto: È importante non ridicolizzare né sminuire le sensazioni riferite. Per quanto infondate, per il cliente sono reali e fonte di disagio autentico.
- Controlli accurati: Non bisogna mai escludere la presenza di infestanti a priori. Effettuare sempre sopralluoghi e monitoraggi con la massima professionalità. Documentare con foto e report può essere utile anche per eventuali confronti futuri.
- Comunicazione chiara: Spiegare in modo semplice e scientifico i risultati del monitoraggio, eventualmente proponendo un secondo parere o un’analisi di laboratorio per fugare ogni dubbio.
- Indirizzare con tatto: Se la situazione persiste nonostante l’assenza di evidenze, può essere opportuno suggerire — con estrema delicatezza — una consulenza medica. È preferibile evitare termini come “disturbo psicologico”, ma piuttosto parlare di “specialista della pelle” o “esperto in allergie”. Quando possibile rivolgersi a un parente della persona che soffre.
Conclusione
La psicosi da insetti è un fenomeno reale, benché complesso, che richiede empatia, pazienza e una buona dose di diplomazia. Per il disinfestatore, riconoscerla e saperla gestire può fare la differenza tra un conflitto e una relazione professionale costruttiva. Non si tratta solo di debellare parassiti, ma anche di saper interpretare e gestire con intelligenza le ansie che a volte si nascondono dietro la richiesta di un intervento.