
Nel vasto intreccio di vita che costituisce la natura, gli insetti sono spesso percepiti come entità secondarie, se non addirittura fastidiose, almeno nella nostra cultura. Li osserviamo con diffidenza, li scacciamo con gesti rapidi, e li associamo a punture, ronzii molesti o danni alle colture. Ma ciò che spesso dimentichiamo — o ignoriamo — è che proprio questi piccoli esseri sono tra gli ingranaggi fondamentali del delicato meccanismo che regola gli ecosistemi terrestri. La loro presenza non è solo utile, è vitale.
Insetti tra utilità ecologica e minacce ambientali
Gli insetti rappresentano la base della biodiversità. Esistono milioni di specie, molte ancora non classificate, e ciascuna di esse svolge un ruolo preciso e insostituibile. Pensiamo agli impollinatori: api, farfalle, bombi e persino alcune specie di coleotteri e di vespe permettono la riproduzione della maggior parte delle piante da fiore, comprese quelle coltivate dall’uomo. Senza di loro, il nostro sistema alimentare sarebbe messo a dura prova.
Ma il valore degli insetti va ben oltre l’impollinazione. Gli insetti decompositori, come coleotteri, mosche e formiche da adulti o con le loro larve, trasformano la materia organica morta in nutrienti utili al terreno. In questo modo, facilitano la crescita di nuove piante e chiudono il ciclo naturale della vita. Altri ancora sono predatori naturali: coccinelle, mantidi religiose, vespe parassitoidi tengono sotto controllo le popolazioni di insetti infestanti addirittura con piani di lotta biologica nelle città per i parassiti delle alberature. Questo delicato equilibrio ecologico spesso si rompe quando l’uomo interviene con i pesticidi o le modificazioni ambientali tra cui la “cementificazione selvaggia.”
La loro straordinaria varietà li rende un indicatore affidabile della salute ambientale. Dove ci sono insetti in abbondanza e varietà, l’ambiente è sano, equilibrato, resiliente. Dove scompaiono, si apre una catena di squilibri: gli uccelli non trovano più cibo, le piante non si riproducono, i suoli si impoveriscono. Il declino degli insetti, già in atto in molte aree del mondo a causa dell’inquinamento, del cambiamento climatico e della distruzione degli habitat, è uno dei segnali più chiari di un sistema naturale in crisi. Se non si vedono più le lucciole nei parchi urbani facciamoci delle domande!
Una nuova cultura ecologica parte dagli insetti
Eppure, nonostante la loro importanza, gli insetti faticano a ottenere il rispetto che meritano. Forse perché sono piccoli, silenziosi, invisibili nel loro lavoro quotidiano. Forse perché ci sfidano, ci disturbano, ci costringono a riconoscere che non siamo i soli abitanti della Terra. Eppure, sono ovunque: nei campi, nelle foreste, nei deserti e nei poli, nei giardini urbani, persino nelle città più moderne. Sono i veri custodi della biodiversità. Aspetto non di poco conto è che gli insetti fanno compagnia al nostro pianeta sin dai tempi della preistoria, quando l’uomo ancora non aveva fatto la sua comparsa.
Imparare a convivere con gli insetti non è solo un gesto di tolleranza: è un atto di consapevolezza ecologica. Ridurre l’uso di pesticidi, creare spazi verdi, lasciare qualche angolo selvatico nei nostri giardini o balconi, persino evitare di schiacciarli quando non è necessario: sono piccoli gesti che raccontano un cambio di mentalità. Non sempre dobbiamo combattere ciò che ci infastidisce: a volte dobbiamo solo imparare a capire il suo ruolo.
In conclusione, parliamone, davvero. Con i nostri figli, con gli amici, o anche semplicemente con gli amici degli amici. Perché la cultura non cresce da sola: è un seme prezioso, e come ogni seme ha bisogno di essere curato, nutrito, fatto germogliare. Richiede tempo, attenzione, dialogo. Tutto parte da una conversazione.