Descrizione morfologica
Adulto
L’adulto è di dimensioni medio-grandi, presenta infatti un’apertura alare che va da 3,5 a 5 cm nelle femmine e 3-4 cm nei maschi. Il corpo è ricoperto da una fitta peluria. Le ali sono ricoperte da squame che hanno un colore bianco giallastro nelle posteriori, con una piccola macchia nera situata sul margine distale, mentre quelle anteriori sono grigie con striature a ziz-zag trasversali e con le venature alari più scure.
Il capo è molto piccolo e poco evidente come nella maggior parte dei Lepidotteri, nel maschio le antenne sono ben evidenti e bipettinate mentre nella femmina appaiono filiformi.
Le zampe dell’adulto sono relativamente lunghe e sottili.
Uovo
La specie depone le uova raggruppate (in ovature) a manicotto sugli aghi dei pini, più raramente sui rametti. Il singolo uovo è di colore bianco, di forma sferoidale e delle dimensioni di circa 1 mm.
La femmina, finita la deposizione, passa con l’estremità dell’addome sull’ovatura ricoprendola di squame di colore grigio-marrone simile a quello dei rametti in modo tale che l’ovatura appaia ben mimetizzata.
Larva
Le larve presentano 5 età. Quelle di prima età sono di colore verde scuro, mentre dalla seconda età in poi sono di colore grigio nella parte dorsale e di colore più chiaro lateralmente e ventralmente.
A maturità le larve misurano 3,8 – 4,5 cm di lunghezza.
Sono dotate di numerosi peli urticanti riuniti in ciuffi disposti a coppie su ogni segmento del corpo.
La capsula cefalica è di colore nero. La colorazione del tegumento e dei peli varia a seconda dell’areale in cui vive la farfalla, di solito è più scura nelle zone fredde e varia dal grigio bluastro al nero. I peli laterali e ventrali vanno dal bianco al giallo scuro. I peli dorsali sono di colore giallo arancio e sono inseriti su tubercoli rosso-marrone.
Le larve di IV e V età portano sulla parte dorsale di ogni segmento dell’addome delle cavità, chiamate specchi, ricchissime di microscopici peli urticanti.
Crisalide
Misura circa 2 cm ed è la tipica crisalide dei lepidotteri, di colore marrone giallastro che diventa marrone scuro col passare del tempo. L’estremità caudale è fornita di 2 robusti uncini. è avvolta in un bozzolo sericeo, tessuto dalla larva, di colore marrone chiaro.
Biologia e comportamento
Gli adulti sfarfallano nei mesi estivi, vivono un paio di giorni e, dopo essersi accoppiati, le femmine depongono, di notte, le uova a manicotto sugli aghi dei pini. In genere queste ovature sono composte da 100-300 uova. Le piante preferite per l’ovideposizione sono quelle maggiormente esposte al sole, ai bordi delle pinete, su terreni aridi. Dopo circa un mese nascono le larve che cominciano a nutrirsi degli aghi nelle vicinanze delle ovature. Producono abbondanti fili sericei coi quali costruiscono nidi in cui sono inglobati aghi dei pini, escrementi ed esuvie delle larve. Il nido col passare del tempo si fa sempre più grande e compatto in modo che possa fungere da rifugio per le larve nel periodo invernale. Per nutrirsi le larve escono dal loro nido e procedendo in fila indiana come se fosse una processione (da cui il nome) raggiungono gli aghi. La larva in testa alla fila lascia una traccia sericea seguita dalle altre. A primavera inoltrata le larve ormai mature raggiungono il suolo, ricercano una zona soleggiata e ben drenata e si incrisalidano all’interno di un bozzolo. Gli adulti sfarfallano nel corso dell’estate ma molte volte una parte delle crisalidi rimane nel terreno e gli adulti sfarfallano nell’estate successiva oppure addirittura dopo il terzo anno.
Le infestazioni della processionaria del pino sono soggette a fluttuazioni con picchi in genere ogni 5-7 anni.
Ambienti frequentati
Pinete ma anche alberi sparsi nei giardini pubblici e privati o nei parchi.
Materiali attaccati
T. pityocampa attacca principalmente pini come Pinus nigra e Pinus sylvestris ma può attaccare anche altre specie di pini, raramente il larice e piante del genere Cedrus.
Note
La specie di processionaria che attacca le querce è Thaumetopoea processionea.
Danni
Le larve si cibano degli aghi delle conifere che attaccano. Quelle di prima età scheletrizzano gli aghi mentre le larve delle età successive li divorano interamente. Causano quindi defogliazioni nelle piante che manifestano indebolimenti anche gravi e risultano maggiormente esposte ad attacchi di altri insetti come ad esempio i coleotteri scolitidi. Inoltre le larve di IV e V età, essendo dotate di peli urticanti, causano, per contatto e inalazione, irritazioni alla pelle, alle mucose, congiuntiviti e irritazioni anche molto pericolose agli occhi, congestione delle vie respiratorie e asma nelle persone che urtano più o meno inavvertitamente i nidi, oppure si fermano sotto ad essi o cercano di rimuoverli senza le dovute precauzioni. Alcuni di questi problemi possono essere causati anche agli animali domestici (ad es. cani) o selvatici con cui le larve possono venire in contatto.