
Con l’arrivo della bella stagione, tornano anche loro: le zanzare. Fastidiose per tutti, ma per la salute pubblica rappresentano molto più di un semplice disagio.
In particolare, alcune specie di zanzare possono trasmettere virus potenzialmente gravi, noti come arbovirosi. Questi virus comprendono il Dengue, il Chikungunya, il West Nile e il virus Zika, tra i più noti e preoccupanti. Negli ultimi anni, l’aumento delle temperature, la globalizzazione e la mobilità internazionale hanno favorito la diffusione di queste malattie anche in aree prima considerate a basso rischio, come alcune zone dell’Italia.
Le zanzare e il loro impatto sanitario
Le zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes albopictus (la zanzara tigre), sono ormai stabilmente presenti sul territorio italiano e si aggiungono a quelle del genere Culex. Le Aedes, attive anche durante il giorno, sono vettrici principali di molte arbovirosi.
In Italia negli ultimi vent’anni si sono verificate diverse epidemie. Nel 2007 casi di Chikungunya in Emilia-Romagna, nel 2017 in Lazio. Nel 2008 in sei regioni italiane come Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, ci sono stati oltre 600 casi di West Nile con 49 decessi. nel 2024 sono stati constatati 700 casi di Dengue di cui uno nelle Marche con 199 casi autoctoni ovvero di persone che avevano contratto il virus in Italia.
Il ruolo cruciale dei disinfestatori
In questo contesto, i disinfestatori non sono semplici operatori ambientali: sono veri e propri alleati nella lotta contro le malattie infettive. La loro attività si è evoluta da semplici trattamenti adulticidi a veri e propri piani integrati di gestione del vettore, che comprendono il monitoraggio delle aree a rischio, l’uso mirato di larvicidi, la riduzione dei focolai di proliferazione e la sensibilizzazione della popolazione.
Un nuovo approccio, infatti, prevede un coinvolgimento multidisciplinare: entomologi, disinfestatori professionisti, enti locali e aziende sanitarie lavorano insieme per sviluppare piani di prevenzione efficaci e sostenibili.
La prevenzione: un cambiamento culturale
La prevenzione delle arbovirosi non si limita più a interventi emergenziali. È necessario un approccio sistemico, continuativo e partecipativo. Anche i cittadini hanno un ruolo fondamentale: eliminare i ristagni d’acqua nei propri giardini, pulire regolarmente le grondaie, coprire i bidoni e segnalare situazioni a rischio è parte di una responsabilità collettiva. I disinfestatori oggi affiancano spesso campagne educative, entrando nelle scuole o partecipando a eventi pubblici.
Le USL e la sanità pubblica territoriale
Le Unità Sanitarie Locali (USL) hanno un ruolo centrale nella gestione delle emergenze arbovirali. Sono responsabili della sorveglianza epidemiologica, dell’analisi dei casi sospetti, della comunicazione ai cittadini e del coordinamento delle azioni di disinfestazione in caso di focolai. Inoltre, le USL attivano protocolli con i Comuni per intervenire tempestivamente in caso di segnalazioni di positività al virus in persone o animali (come uccelli o cavalli, nel caso del West Nile).
Conclusioni
La lotta contro le arbovirosi è una sfida complessa che richiede l’impegno di tutta la società. Zanzare e virus non conoscono confini amministrativi: per questo è essenziale un coordinamento tra enti locali, USL, professionisti della disinfestazione e cittadini.
Solo attraverso un approccio integrato, basato sulla prevenzione, la rapidità di intervento e la consapevolezza collettiva, possiamo contenere il rischio sanitario legato a queste malattie. La salute pubblica parte anche da qui: dal controllo di un piccolo insetto che può fare grandi danni.